Da brava geek cerco di essere sempre al passo con i progetti innovativi messi in atto in rete. L’avrete notato dall’inserimento di alcuni oggetti finanziati su Kickstarter in articoli passati, come lo Smart Herb Garden o il Diet Robot.
Il crowdfunding è alla base di questo genere di progetti, il punto di partenza quasi necessario in un mercato in cui solo con l’eccellenza e l’ideazione di un prodotto di nicchia possono permettere ai piccoli artigiani di mostrare al mondo le proprie creazioni.
Solo alta tecnologia? Assolutamente no e Wowcracy ne è l’esempio lampante. Come altre piattaforme del genere, l’obiettivo del sito è la raccolta fondi per progetti che necessitano finanziamenti, con il focus però sul mondo della moda, o meglio, moda democratica.[pullquote]Moda democratica è la possibilità, per tutti, di sentirsi parte di un’idea, non unicamente attraverso l’acquisto di un capo, ma anche attraverso diverse e molteplici forme di contribuzione e partecipazione”.[/pullquote]In che modo? I diversi designer propongono un progetto di prodotto e comunicazione, per il quale possono essere finanziati tramite l’opzione del pre-order, ovvero l’acquisto che verrà ultimato e spedito fisicamente solo al momento del raggiungimento del budget richiesto.
Non si tratta quindi solamente di una colletta per “incamerare” il cuscinetto monetario necessario per dare vita al proprio brand, ma anche di una sorta di indagine di mercato volta direttamente al consumatore finale: che feedback migliore ci può essere, di un ordine solamente “sulla carta”?
Al contempo gli stilisti hanno modo di farci conoscere, grazie alla collaborazione del portale con Vogue Talents, che da anni cerca di dare una mano alle voci emergenti del mondo della moda, con eventi, interviste e concorsi.
Si trova già qualche pezzo interessante? Personalmente mi sono innamorata di uno dei progetti che “ce l’hanno fatta”. Il progetto si intitola “fashion a frock coat” ed è il piccolo gioiello della scozzere Judy Clark.
Un po’ Lady Oscar, un po’ guardia dello zar, un po’ Kate Moss. Forse forse poco portabile, ma sicuramente da effetto wow.
Tra i prossimi nomi si vede in questi giorni in homepage la preview relativa a Bikini Lovers, il brand di costumi da bagno che dall’anno passato collabora con Chiara Biasi, fashion blogger nostrana. E’ giusto dare spazio a chi ha già – si dice – ingenti vendite alle proprie spalle? Scelta criticabile, ma lascio a voi lo spazio per la discussione.
Citazione courtesy of Ninja Marketing
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Ciao Valeria,
ti ringrazio molto per il pezzo dedicato a Wowcracy e anche per la citazione dell’intervista di Ninjia marketing.
Trovo interessante la domanda che poni, ti rispondo anch’io con una domanda:
Si parla ancora di moda democratica, se si fanno delle differenze su chi possa o meno utilizzare Wowcracy?
Grazie ancora per l’interesse in Wowcracy.
Ciao
Ciao Lucas,
grazie del commento.
In effetti non ho valutato la questione da questo punto di vista.. per essere una piattaforma totalmente democratica, come fai notare, una discriminazione su designer non dovrebbe esserci.
Diciamo che mi ha lasciato un po’ perplessa il bannerone in homepage: in un primo momento ho pensato si trattasse di pubblicità (avrebbe avuto anche senso), solamente in un secondo momento mi sono invece resa conto che si trattava di una preview.
Insomma, vedere un volto così noto, in una vetrina in cui i designer cercano di farsi conoscere mi ha un po’ infastidita :) Più che verso i gestori, verso Bikini Lovers e Chiara Biasi, che così facendo cercano di “rubare la scena” (passami il termine) a chi avrebbe effettivamente bisogno di un finanziamento.
La tua domanda però mi ha fatto pensare, grazie dell’input!
Ciao Valeria,
capisco molto bene quello che dici, in effetti Chiara Biasi è un volto molto noto in Italia, ma tramite Wowcracy cerca di proporre il suo progetto all’estero, noi stiamo lavorando per costruire un audience basata in Uk e USA.
Poi io mi auguro che sarà sempre la bontà dei progetti e l’impegno che i designer ci metteranno a portarli al risultato e noi saremo sempre molto attenti a dare maggiore spazio a chi ci mette del suo.
Se ti va dimmi cosa ne pensi di Phuong My è una giovanissima designer vietnamita che stiamo spingendo un pò.
Sono io che ti ringrazio per l’intelligente domanda e il pezzo che hai scritto sulla piattaforma, hai centrato molto bene a cosa serve (prodotto+comunicazione=risorse), poi a livello teorico se si potesse produrre solo sul venduto ci sarebbero meno sprechi, ma quello è davvero quasi impossibile da far passare.
Ciao di nuovo Lucas,
mi associo all’ultima parte del tuo commento: esistono ambiti, come quello della moda, in cui il made-to-order è considerato quasi un’eresia. Ormai siamo in un mondo in cui Amazon con un click ti consegna tutto sotto casa in 2 giorni, e lo stesso ci si aspetta anche dal resto.
Lavoro per un brand in cui il lead time è di quasi 2 mesi (c’è un lavoro di artigianalità piuttosto complesso dietro i prodotti) e c’è chi ogni volta rimane scandalizzato..
Tornando al tuo commento, per punti.
Effettivamente se si tratta di un lancio in mercati diversi, il ragionamento è sensato. Non conosco il suo reach nei due stati menzionati, ma dubito sia alto come in Italia.
Ho dato invece un’occhiata alla designer che mi hai proposto (ho dovuto però cercarla via Google, perchè non mettere una barra di ricerca? :) Consiglio da utente finale..). Mi sono assolutamente innamorata della sua collezione, in particolare dei cappotti. Questo mi ha rubato il cuore: http://www.wowcracy.com/en/lab/user/1411/project/a‑celebration-of-femininity/pledge?b%5Breward_id%5D=1129&b%5Btotal_amount%5D=695.00#1129
Ciao Valeria,
la barra di ricerca effettivamente è da aggiungere, vedremo di lavorarci un pò su.
I tempi di consegna sono un problema serio e speriamo che con il tempo si possa concepire di poter attendere il giusto tempo, soprattutto quando si tratta di prodotti di buona qualità.
Mi fa molto piacere che ti piaccia il vestito di Phuong My, la prima volta che abbiamo visto i primi contenuti apparire sul sito è stata una vera sorpresa.
Continua così con il tuo blog, ci sono tantissime realtà tech dedicate al fashion che potrai esplorare. :)
Ottimo allora!
L’intenzione per il 2014 comunque è proprio quella: cercare di dare più spazio a quello che sto studiando, anche se magari inizialmente non verrà recepito con tanto interesse :)
Questo: