La vignetta qui sopra mi ricorda tantissimo Josie and The Pussycat, un film stupidissimo visto un paio di mesi fa, in cui si parlava di come fosse facile spingere una persona a comprare un determinato prodotto.
Quello di cui vi voglio parlare oggi è un problema (o per lo meno io lo considero tale) che da qualche tempo sembra essere sempre più forte nei blog italiani: la pubblicità occulta. Sempre più spesso mi trovo a leggere in rete recensioni di prodotti che sembrano essere dei puri e semplici comunicati stampa, più che delle review personali. Sembra di essere tornati ai tempi di PayPerPost, quel servizio in cui si veniva pagati per parlare di un certo prodotto.
In Italia ovviamente la legge non se ne cura, essendo più propensa a monitorare diritti d’autore e privacy, e a censurare qualsiasi cosa non vada proprio bene ad una certa categoria di persone. (e su questo ci sarebbe da parlare per ore, ma non è il tema di questo articolo). Negli Stati Uniti invece la Federal Trade Commission (FTC) , una sorta di Antitrust a protezione del consumatore, ha pubblicato un documento di ben 81 pagine, volto a chiarire le leggi già esistenti sulla trasparenza del marketing e sull’uso promozionale di testimonial, e come esse si applichino a internet.
E’ proprio grazie a questo documento che sempre più spesso ci si trova di fronte all’ormai arcinoto disclaimer che recita “As for the FTC regulation of..” e via dicendo: se si recensisce un prodotto (su blog, YouTube, Twitter, Facebook..) è necessario precisare se si tratta di un prodotto regalato dall’azienda oppure no. In questo modo il lettore è in grado di capire e decidere da sé se si tratta di un’opinione personale oppure no. Tra l’altro a quanto ne so anche per noi italiani, nel caso di YouTube (essendo visto da stranieri) dovrebbe essere necessario aggiungerlo..
Pena? Dagli 11000$ in su.
Sapevate poi che esiste anche un codice etico in fatto di blogging? Si tratta del WOMMA, ovvero della Word of Mouth Marketing Association, che ha anche una sua “associata” italiano nello WOMMI, a cura di Alex Giordano e Mirko Pallera. Il codice si prepone di creare un marketing con al centro le persone, e basato sull’onestà di chi parla. Da qui l’acronimo ROI: onestà di Relazione, Opinione e Identità.
In sostanza ci si autoregola, e sempre più siti stanno mettendo in atto programmi di “segnalazione”, per rendere l’utente stesso cacciatore di blogger disonesti, che “vendono” le proprie opinioni.
Ora mi chiedo: l’Antitrust dà multe salatissime per le reti che trasmettono pubblicità occulta (le ultime: a Mediaset per gli abiti Monella Vagabonda durante Pomeriggio Cinque, e alla RAI per i gioielli di Mara Venier durante l’Isola dei Famosi) giusto? Non sarebbe il caso che iniziasse a dare un occhio anche in rete? So che può sembrare un pensiero quasi anti-costituzionale, e limitativo della libertà di opinione, ma penso che in questo caso prevalga la tutela del consumatore, visto che sempre più spesso si seguono le “icone web”.
Intanto vi lascio con una mini-guida di Seo Spam, su come riconoscere i post “venduti”:
- Banalità dell’argomento: alcune volte l’articolo è di una banalità disarmante, non dà valore aggiunto al blog né utili informazioni ai lettori. Le informazioni fornite sono volte a pubblicizzare il sito a cui si è affiliati.
- Banner dell’affiliazione nel blog: se nel post avete letto di un certa società di hosting, ad esempio, nel blog troverete il banner pubblicitario di quella società di hosting. Due più due fa ancora quattro.
- Off topic rispetto al tema del blog: alcune volte il blogger va fuori tema, ma abilmente riesce a rientrare in argomento. In pratica rigira la frittata: quello che poteva sembrare un post non attinente al blog, ecco che viene scritto in modo da apparire in pieno tema.
[Immagini: Seo Service Group, Cutie Marketing ; Altri articoli interessanti: Booking Blog, Sole 24 Ore]
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Concordo con te. Io per esempio ricevo dei prodotti gratis dalla Max Factor, che invita le blogger a delle presentazioni dei nuovi prodotti, creando un mini-evento. Però ho sempre scritto che mi vengono regalati e li ho sempre testati (anche se non mi viene chiesto) scrivendo la mia vera opinione. Credo sia una forma di onestà verso chi ti legge.
Poi, come dici tu, ci sono dei siti che ti invitano a partecipare a delle campagne pagate, ma alla fine del post ti obbligano a segnalare che sei sponsorizzato, con relativo link al loro sito. Chiaro, a mio parere bisogna comunque parlare solo di ciò che è in relazione con il blog o che interessa veramente, non accettare qualsiasi cosa giusto per essere pagati.
Altra cosa ancora quando uno shop-online regala uno codice sconto per i lettori: a quel punto è si pubblicità, ma può essere anche interessante per qualcuno.
Ancora in accordo con te sulle aziende che ti vogliono sponsorizzare e regalano prodotti, ma non vogliono che tu lo ammetta. A me non è mai capitato, ma è palese che in giro per il web succeda!
Proprio un post de Le Vipere parlava di questo problema e di Clio Make-up, che aveva postato un video dove diceva che non aveva mai accettato prodotti da recensire per forza e della sua unica collaborazione con Pupa, spiegando perché con loro si era trovata d’accordo e aveva deciso di collaborare.
L’avevo letto, e avevo visto ancor prima il video di Clio, visto che era di qualche mese addietro.
Posso capire il fatto dei codici sconto come dici tu, in quel caso c’è un vantaggio anche per il lettore, ma credo che sia (moralmente) d’obbligo segnalare il resto, anche se non è dovuto per legge..
Non credo che la coscienza dipenda dall’ambito in cui la si deve (o non deve) avere… Ognuno si regola in base alle sue cose credo. Anzi, dovrebbe essere molto più facile rendere nota una cosa piccola, piuttosto che una di maggior entità, come una ricompensa in denaro.
Sì sono d’accordo, ma finchè le ditte pagano per farsi pubblicità la gente non dirà mai di no.
Difatti non dico che non si possa fare. Sarei la prima ad accettare se mi proponessero la recensione di un prodotto o di un servizio.
Il punto sta nella trasparenza, ovvero dare un’opinione obiettiva e personale, e nel dichiarare di essere stati contattati espressamente dall’azienda per farlo, in modo che il lettore sappia cosa si trova davanti.
Vedi Ally ad esempio (http://www.youtube.com/user/PandaPlastique): nel suo canale recensisce prodotti che ha lei stessa acquistato, così come prodotti che le sono stati inviati come tester dalle aziende stesse, specificandone sempre la provenienza. In questo modo è onesta con lo “spettatore”, ma può allo stesso tempo farsi sponsorizzare, e si tratta di un comportamento encomiabile, visto che in Italia ancora una legge precisa non c’è.
(anche se si vocifera che potrebbe esserci a breve)
Grazie cara, splendide parole sono contenta che qualcuno apprezzi ciò che faccio!
A volte però le aziende ti chiedono di non dirlo e in quel caso la colpa non è del blogger ma delle aziende stesse.
È colpa anche del blogger invece,che si presta a simili bassezze mettendo il proprio profitto davanti all’onestà che si presume debba avere nei confronti dei propri lettori.
bè dipende dal profitto! :D non credo che avere in omaggio un rossetto sia come essere pagati ad esempio 100euro!
Invece le due cose dovrebbero essere equiparate secondo me. Che sia un rossetto, che siano 100 euro, o che sia una macchina (e il riferimento in questo ultimo caso non è affatto casuale) il comportamento è sempre lo stesso.
Anzi, nel caso dei 100 euro di cui parli tu, è forse ancora più scorretto che per un rossetto.
Bè ovvio che se si viene pagati uno deve anche avere un minimo di coscienza e ammetterlo, ma penso che per un rossetto non sia lo stesso.
ahah allora qui posso metterci un “ciao bel blog, visita il mio!!” XD
I miei post di solito sono critici nei confronti di qualunque argomento quindi non mi sento preso in causa!! ;)
Difatti saresti proprio l’ultimo, visto che non ti ho mai sentito nominare un prodotto specifico :)
Ormai sei diventato quello dei “grandi temi”!
Brava, post molto interessante senza scadere nelle bassezze.
Non mi sembrava il caso di fare nomi (a parte rai e mediaset,di cui si è comunque già parlato al tg) perchè avrebbe comunque dato visibilità a queste persone, facendo così sia il gioco loro che quello delle aziende che sponsorizzano..
quindi non sapremo mai a chi ti riferisci? :)
Potrei citare almeno 5 blog diversi (tra quelli che leggo) che l’hanno fatto nell’ultimo mese, ma non mi sembra proprio il caso, visto che non si tratta di un post che ha come fine la “denuncia” (solo etica) di alcune persone, ma la presentazione di un problema che nel nostro paese a questo livello non è ancora stato trattato.