Tito­loMari­na
Tito­lo originaleMari­na
AutoreCar­los Ruiz Zafón
Tradut­toreBruno Arpa­ia
Pri­ma edizione1999
Edi­zione italiana2009
Ambi­en­tazioneBar­cel­lona (Spagna), 1979
GenereLet­ter­atu­ra gio­vanile, Fan­ta­scien­za, Hor­ror, Drammatico

[tweetmeme]Dopo “Il gio­co del­l’an­ge­lo” e “L’om­bra del ven­to” mi è sta­to impos­si­bile non com­prare “Mari­na”, nonos­tante tut­ti mi dicessero che il libro era molto diver­so dagli altri romanzi.

Effet­ti­va­mente ave­vano ragione. “Mari­na” non è il clas­si­co lavoro di Zafòn, e nonos­tante lo stile del­la scrit­tura sia lo stes­so, la sto­ria assume toni diver­si da quel­li a cui l’au­tore ci ha abit­u­a­to. Quel­lo che ci tro­vi­amo davan­ti è un roman­zo per ragazzi, una sto­ria alla “Frankestein” ma con un finale lac­rimoso da soap-opera d’al­tri tem­pi. Una sot­tigliez­za che ho nota­to? La sto­ria richia­ma appun­to “Frankestein”, e uno dei per­son­ag­gi è pre­sen­ta­to con il nome di Dr. Shel­ley, stes­so nome del­l’autrice. Coin­ci­den­za? Non credo.

Anche se si trat­ta di un lavoro d’inizi0 car­ri­era il modo in cui Zafòn descrive Bar­cel­lona è sem­pre impec­ca­bile, sem­bra di essere con lui a cor­rere per le strade del Raval, tra le Ram­blas, nel cimitero di Sarrià.

Di cer­to non è un cap­ola­voro come gli altri, ma è comunque da leg­gere se piace l’autore.

Quel­la notte Michail mi disse che sec­on­do lui la vita con­cede a cias­cuno di noi rari momen­ti di pura felic­ità. A volte, solo pochi giorni o set­ti­mane. A volte, anni. Tut­to dipende dal­la for­tu­na. Il ricor­do di quei momen­ti non ci abban­dona mai e si trasfor­ma in un paese del­la memo­ria a cui cer­chi­amo inutil­mente di fare ritorno per il resto del­la vita.