Il 2016 è sta­to un anno all’in­seg­na dei pic­coli viag­gi, alla (ri)scoperta di alcu­ni angoli d’Eu­ropa che spes­so non si con­sid­er­a­no per­ché trop­po mainstream.

Una delle mete del­l’Es­tate è sta­to il Bel­gio, vagan­do in lun­go e in largo tra le pic­cole per­le che lo for­mano: Brux­elles, Gand, Lovanio, Lie­gi, Bruges e Anversa. 

E’ sta­to un viag­gio cul­tur­ale, cer­to, ma come sem­pre non è man­ca­to il lato culi­nario del­la vacan­za. La cuci­na delle Fian­dre non è tra le più leg­gere, ma è sicu­ra­mente alta­mente sod­dis­facente: dai piat­ti di carne, alla cioc­co­la­ta, alle tan­tis­sime birre artigianali.

Patate fritte alla belga (frites)

C’è poco da fare: le patate fritte in Bel­gio sono tut­ta un’al­tra cosa. Sono mor­bide e croc­can­ti al tem­po stes­so, si abbinano a tut­to e il gus­to del­la pata­ta si sente sul serio. 

La pri­ma dif­feren­za sta nel­l’in­gre­di­ente base: in Bel­gio esistono tan­tis­sime vari­età di patate e ogni zona ne usa un par­ti­co­lare tipo. Le più uti­liz­zate sono le Bin­tie, che con un po’ di for­tu­na potete trovare anche da noi.

La sec­on­da dif­feren­za è nel­la cot­tura: la frit­tura avviene due volte (le patate ven­gono las­ci­ate raf­fred­dare e asci­u­gate tra le due), spes­so attra­ver­so anche l’u­so di gras­so di man­zo (Blanc de Boeuf).

Il coles­tero­lo vol­erà alle stelle, ma il pala­to ringrazierà.

Cozze alla belga

Pri­ma di par­tire non vede­vo l’o­ra di ri-assag­gia­re un piat­to che dal­l’in­fanzia mi era rimas­to nel­la mente: le cozze con le pata­tine fritte (moules frites).

Prob­a­bil­mente in questo momen­to starete leggen­do schi­fati, ma si trat­ta di un abbina­men­to tradizionale del­la cuci­na delle Fian­dre, tan­to inusuale quan­to gus­toso. (Il mio com­pag­no di viag­gio si è dovu­to ricredere dopo il pri­mo boc­cone e nel cor­so del­la vacan­za ha ripreso lo stes­so piat­to almeno 4 volte). 

Le cozze ven­gono servite a peso (500g, 1kg, 1.5kg) accom­pa­g­nate dal sedano, e ven­gono cotte in tan­tis­si­mi modi diver­si: al nat­u­rale, al vino bian­co e con la bir­ra chiara sono solo alcune delle buonis­sime vari­anti. Le mie preferite? Al vino bian­co, ma atten­zione all’aglio.

Carbonade Flamande (Gente Stoverij)

Lo stufa­to di man­zo alla fiammin­ga è un piat­to del­la tradizione, il cui gus­to cam­bia da zona a zona in base alla bir­ra arti­gianale uti­liz­za­ta per “affog­a­re” la carne. A Gand, dove ho assag­gia­to la vari­ante più buona in asso­lu­to, viene soli­ta­mente uti­liz­za­ta bir­ra rossa scura.

La preparazione richiede ver­dure di diver­so genere, mostar­da pic­cante, pancetta e cipol­la, così come una tem­p­is­ti­ca piut­tosto lun­ga, con una cot­tura che richiede for­nel­li e forno.

L’ab­bina­men­to per­fet­to? Un boc­cale di bir­ra chiara e – ovvi­a­mente – una porzione di patate fritte.

Foto © WikiHow

Waterzooi

Questo stufa­to può essere prepara­to con il pesce (vis­zooit­je) oppure con il pol­lo (kip­pen­wa­ter­zooi), che è nel­lo speci­fi­co la ver­sione che ho assaggiato.

Si trat­ta di un piat­to molto cre­moso, tan­to che viene servi­to con del pane per la “scar­pet­ta” (soli­ta­mente una baguette). Al suo inter­no oltre alla carne si trovano patate, carote, cipolle e sedano: un piat­to com­ple­to e – a dirla tut­ta – sano!

Con cosa viene servi­to? Ovvi­a­mente con pata­tine fritte e bir­ra, in questo caso scu­ra e trappista!

Foto © Krampouz

Waffle (Gaufre de Liège o de Bruxelles)

Pen­sa­vate mi fos­si dimen­ti­ca­ta dei dol­ci? Giammai. 

Se avete in pro­gram­ma una vacan­za in Bel­gio non potete andar­vene sen­za aver prova­to i Gaufre, ovvero i tradizion­ali waf­fle bel­gi. Esistono diverse ver­sioni di queste frit­telle (che tut­ti erronea­mente con­sid­er­a­no amer­i­cane), ma que­lea di Lie­gi e di Brux­elles sono decisa­mente le più famose. Come riconoscerle?

I waf­fle di Lie­gi han­no una for­ma irre­go­lare e ven­gono “con­di­ti” solo con miele o sucre per­lè (uno zuc­chero ottenu­to in maniera grez­za dal­la barba­bi­eto­la. I gau­dre di Brux­elles han­no invece una for­ma per­fet­ta­mente quadra­ta e ven­gono arric­chi­ti da cioc­co­la­to fuso, frut­ta, pan­na e chi più ne ha più ne metta. 

La gioia del waf­fel e i capel­li fluo (ieri)

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